venerdì 24 novembre 2017

WORKSHOP DI BURLESQUE


L'Arte del Burlesque vista da vicino.
Sei curiosa di conoscere questa splendida Arte tutta al femminile e desideri partecipare ad un incontro conoscitivo per apprendere le basi di questa fantastica disciplina? 
Non mancare a questo workshop aperto a tutte per sperimentare in prima persona i primi passi nel glitterato mondo del Buresque. 

CLASSE A NUMERO CHIUSO, CONTRIBUTO DI PARTECIPAZIONE 20 €.
Per pronotazioni pregasi inviare tramite email a spettacoliburlesque@libero.it o mp alla pagina il proprio nome e cognome insieme a numero di cellulare. Vi saranno inviate le modalità di iscrizione.

domenica 12 novembre 2017

Intervista a Danielle Burlesque Palermo


Ci sono state diverse occasioni di essere intervistata sul Burlesque in questi anni e cercando qua e la tra le cartelle del pc mi sono imbattuta in questa che mi è stata fatta in occasione di una bellissima tesi di laurea che vedeva come argomento questa splendida Arte...
D.Z., queste le iniziali della persona che l'ha presentata, mi ha piacevolmente coinvolta in questo bellissimo lavoro, la ringrazio ancora.

A seguire l'intervista.


D.Z. Cos è il burlesque?
D.V. La parola burlesque deriva dal termine burla, Il Burlesque è, infatti, un’arte teatrale che nasce
nell’Ottocento in Inghilterra, dove uomini travestiti nel ruolo di donne ricreavano scene comiche,
recitate e danzate a mo’ di scherzo o parodia.
Successivamente, cadde in declino con l’arrivo delle guerre mondiali; i tempi e la condizione
sociale di allora davano poco spazio a momenti d’intrattenimento; solo in seguito, nel dopo guerra,
forse nel tentativo di esorcizzare un momento triste della storia, le ragazze americane fecero
tendenza e moda nella frenesia che ne seguì e riuscirono a creare un nuovo personaggio: quello
della pin-up, che però ha ben poco a che vedere con l’attuale burlesque.
Infatti, solo in epoca più recente, intorno al 2000, la figura della ragazza semplice e carina della
porta accanto si ricopre di un’aura più sensuale con la comparsa di una nuova diva: Dita Von Teese.
L’attuale regina del burlesque, con il nuovo burlesque o “burlesque nuveau”, riscopre il ruolo della
femme fatale, sexy ma mai volgare, provocatoria ma con stile. La figura della pin-up si rivisita e
scopre la lingerie, le calze, indossa i guanti e le piume. Insomma l’insospettabile vicina di casa ha
una doppia personalità: la donna decide, infatti, quanto e come osare; si scopre ma mai
integralmente con una gestualità ricercata e molto teatrale. Le fanno da cornice la danza, il canto, la
recitazione, il costume. L’arte burlesque è così un’arte a 360 gradi.
D.Z. Da quanto tempo pratica questa professione?
D.V. Dal 2011, dopo aver frequentato corsi e workshop con performers internazionali che mi hanno
permesso di apprendere la tecnica del burlesque, ho deciso, cercando di creare un mio stile
personale, di intraprendere da sola il cammino della burlesquer attraverso i miei spettacoli e
workshop. Con grande orgoglio ho anche una Scuola che porto avanti con tantissimo entusiasmo,
dove già alcune ragazze stanno assaporando il palco attraverso inviti a galà o eventi. Anche se non è
facile, soprattutto al sud, piano, piano si sta muovendo qualcosa, la curiosità spinge a saperne di
più… e quindi a farci conoscere.
D.Z. Come ha iniziato?
D.V. Vengo dal mondo della danza; sono una ballerina, coreografa e insegnante, quindi il palco e il
mondo dello spettacolo sono il mio pane. Con il burlesque ho cercando di farmi conoscere
attraverso il circuito dei locali e di eventi legati allo spettacolo, in particolare a quelli che si
occupano appunto di burlesque.
D.Z. Perchè ha iniziato?
D.V. Perché, come in ogni forma d’arte, se non hai la possibilità di esprimerti verso gli altri rimane
comunque un lavoro sterile e privo di comunicazione. Attraverso la nostra espressione artistica
portiamo agli altri un nostro messaggio sia sociale che personale, non solo come artisti ma come
persone.
D.Z. In cosa consiste uno spettacolo di burlesque?
D.V. Uno spettacolo di burlesque di solito si articola in diverse uscite sul palco o da solista o con
altre artiste attraverso acts diversi sia come outfit che tipologia musicale e quindi di performance.
D.Z. Quanto dura?
D.V. Dipende da quante performer ci sono nello show, personalmente come solista faccio anche
un’ora di spettacolo.
D.Z. Chi si occupa dei suoi costumi di scena?
D.V. Li idealizzo da sola, mi lascio ispirare quando creo il mio nuovo personaggio, poi attraverso la
ricerca di tessuti, modelli, accessori etc. nasce il tutto, un nuovo outfit per ogni performance.
D.Z. Che abiti indossa solitamente per uno spettacolo?
D.V. Prediligo sempre uno stile sobrio e classico, adoro i bustini e le guepiere ma non disdegno
abiti o altri costumi, adoro le scarpe e ne colleziono tantissime, così come le calze …
D.Z. Che tipo di pubblico partecipa ai suoi spettacoli?
D.V. Ad uno spettacolo di burlesque può assistere chiunque, ogni performer credo debba sempre
cercare di non invadere altri ruoli durante il suo show, bisogna essere molto preparate anche ad
affrontare vari tipi di pubblico e convincere con il sorriso e lo charme anche il più scettico. Molte
volte il pubblico che non conosce questa forma d’arte ed è un po’ prevenuto ma di solito, al
termine, vengono tutti a complimentarsi; sicuramente i complimenti che fanno più piacere sono
quelli delle donne. Il burlesque non mette in competizione le donne tra di loro, anzi, è
un’arte per le donne e non come si crede per gli uomini. Certamente i maschietti apprezzano una
donna che gioca con la sensualità, ma credo che se conquisti le donne queste non ti guarderanno più
come una minaccia o una mangiatrice di uomini che ammalia a colpi di fianchi e roteando le
nappine! Quindi è sicuro successo.
D.Z. In che città si esibisce?
D.V. Mi esibisco ovunque desiderino vedere il mio show o partecipare ad un mio workshop. Sono
stata a Roma, Torino, Palermo -che è la città dove risiedo – Catania, etc.
D.Z. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con uno spettacolo di burlesque?
D.V. Sicuramente allegria, giocosità e orgoglio di essere donna, femmina, come dico io: riscoprire
con l’ironia ed il sorriso quelle piccole attenzioni che nella vita di tutti i giorni non facciamo. Amo
il vintage e quindi anche la cura e il dettaglio dei miei outfit, che diventano più femminili attraverso
gli accessori della lingerie che giornalmente non osiamo indossare, come il reggicalze ad esempio,
… ma anche la possibilità di condividere con altre donne una ricerca ed una passione. Poi c’è
chiaramente l’amore per lo spettacolo; ogni show è sempre un grande brivido.
D.Z. A chi si ispira il suo personaggio?
D.V. Ad una donna di altri tempi che magari ha vissuto intorno agli anni ‘20 e ‘30, molto femminile
ed elegante, charmant, sofisticata che ama l’arte in ogni sua forma ed espressione.
D.Z. È un autodidatta o ha seguito delle lezioni in particolare?
D.V. Come ho risposto nella precedente domanda, ho seguito dei corsi e dei workshop, lo studio
però non finisce mai, c’è una continua ricerca, ogni performer continua il suo cammino con un
proprio stile ed una propria firma.
D.Z. Questa forma d'arte ha influenzato la sua vita privata?
D.V. Assolutamente no! Posso dire assolutamente di avere il supporto di tutta la mia famiglia, che
comunque è fatta principalmente di artisti i quali amano molto questa meravigliosa arte.
D.Z. Conosce il boylesque?
D.V. Certamente, un ruolo nuovo nel burlesque. L’uomo non è affatto uguale alla donna, ma anche
lui ricrea delle atmosfere diverse a volte assolutamente innovative. Non credo si entri in
competizione, anzi la femminilità della donna risalta ancor di più. Forse da noi in Italia non è
ancora molto diffusa questa figura, ma all’estero sono molto apprezzati.
D.Z. Ha mai assistito ad uno spettacolo del genere?
D.V. Ancora no, a parte l’aver visto qualcosa sul web.
D.Z. Conosce degli artisti italiani che lo praticano?
D.V. Non personalmente, so di scuole come quella del Micca di Roma dove ci sono corsi e artisti
che lo praticano.
D.Z. Cosa pensa di questa nuova arte maschile?
D.V. Allora: non ho nulla in contrario in merito e non lo vivo come una minaccia nel genere, credo
che ognuno possa sentirsi libero di esprimersi purchè non si confondano i ruoli. Voglio dire: così
come una burlesquer non gradisce essere scambiata per una semplice seppur brava stripper, credo
che un boylesquer non debba mai essere confuso con una drag queen; quella è un' altra forma

d’arte e di spettacolo.


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